Plavno non è un solo paese, bensì tante frazioni, sparse ai bordi dei campi, un tempo coltivati. Così come ad esempio Rusici, ogni gruppo di case prende il nome dalla famiglia che lo abitava.
Io ricordo la bellezza di questi posti, la vegetazione sana e rigogliosa che copriva quest'ampia valle. Vedevo il mondo a colori: c'era il verde dei campi ordinatamente coltivati, il rosso delle estensioni di papaveri e il giallo del fieno radunato. E le persone... mio Dio... le persone erano felici, proprio perché anche il loro animo era a colori. Io amavo le persone, loro vivevano con me e come me, seguendo le stagioni. Sapevano di essere diverse tra loro, ma si amavano. Gli anni sono passati e di amore ne è rimasto ben poco. Ho nostalgia del passato, di quel passato, del vociare di bimbi allegri, delle canzoni che accompagnavano il pascolo dei buoi. Alla mia ombra tanti buoi della valle hanno riposato, buoi serbi e buoi croati. Come i buoi, nemmeno i loro padroni si odiavano, ma ora... tutto è passato.
Le stagioni si susseguono, viene l'estate, poi l'autunno ed infine l'inverno, ma la tristezza di Plavno non scompare. In questa tristezza io continuo a germogliare per trasmettere la mia voglia di vivere, amando oltre il tempo e... oltre le etnie.
Tiziana