Salimmo la ripida strada che portava a casa sua: dovevamo portargli la barra per la falciatrice. Era nei campi quando arrivammo, ma non appena ci sentì chiamare non esitò a rientrare ed a sfoggiare la squisita accoglienza di Plavno. Una sedia e un bicchiere di rjaca ciascuno era tutto quello che poteva offrirci lì, sull'uscio della sua modesta casa. Chiaccherammo per un po' ed alla fine ci invitò ad entrare.
L'ordine ed il pulito non sono certamente la prima preoccupazione per gli abitanti di Plavno -hanno altro a cui pensare!-, ed in quella casa in modo particolare. Ma il motivo fu subito chiaro: quell'uomo era solo, aveva perso la moglie a causa della guerra. E chissà quanto doveva mancarle per scrivere il nome di lei su un foglio di carta bianco, ritagliarlo ed appenderlo alla parete della cucina, accanto alla sua fotografia!
Quando uscimmo mi sembrò di rivedere negli occhi di questo cane tutto il dolore che nel suo padrone la guerra aveva portato.
Lorenzo