Questa sezione descrive alcune semplici utilizzi di tar
ed
mt
. Altri esempi si possono trovare nell'ftape-manual
del
pacchetto ftape-doc
. L'ftape-tools
contiene alcuni semplici
ambienti di test automatizzati tipo DejaGnu
Pacchetto per scrivere test automatizzati.Vedere la sezione Procurarsi Ftape per informazioni su dove scaricare questi pacchetti addizionali.
È possibile utilizzare ``tar
'', ``ttdd
'', ``cpio
'' e
``afio
''. Ci sarà bisogno di utilizzare ``mt
'' per ottenere
il massimo dalle potenzialità dai nastri e dal driver ftape
. Per
cominciare consiglio tar
, in quanto permette di archiviare molte
directory e di estrarre successivamente file separati dall'archivio.
cpio
crea archivi più piccoli ed è generalmente più flessibile di
tar
, ma gli mancano alcuni caratteristiche come l'etichettamento
dei volumi. afio
crea backup nei quali ogni file è compresso
individualmente e poi concatenato. Questo permette di accedere ai
file ``dopo'' il punto di errore. Se si utilizzano file archiviati
con tar
e compressi con gzip
, tutti i dati dopo il punto di
errore sono persi! (secondo me, questa è una buona ragione per
non utilizzare la compressione sui backup). Quale sia la scelta
più opportuna dipende dalla situazione e dalle caratteristiche diverse
da programma a programma. Consiglio di dare un'occhiata ad ogni
programma ed a rivedere le opzioni che ognuno di essi fornisce. È
possibile che questo HOWTO possa fornire maggiori dettagli al riguardo
in futuro.
Ci sono ulteriori link che puntano a programmi di backup all'indirizzo
url="http://www.instmath.rwth-aachen.de/ heine/ftape/"
name="http://www.instmath.rwth-aachen.de/ heine/ftape/"> nella sezione
software
della pagina.
Per eseguire il backup del proprio albero dei sorgenti del kernel
utilizzando tar
, impartire i seguenti comandi (dove si assume che
i sorgenti si trovino in /usr/src/linux
):
# cd /usr/src
# tar cf /dev/ftape linux
Questo non comprime i file, ma fa girare un po' il nastro. Se si
vuole la compressione (e si possiede il tar
1.11.2), è
sufficiente aggiungere il flag -z
cioè: ``tar
assume che il primo argomento sia un'opzione, cosicché il ``-
'' non è necessario, cioè i seguenti due comandi eseguono la stessa operazione: ``tar xzf /dev/ftape
'' e ``tar -xzf /dev/ftape
''
tar czf /dev/ftape linux
''.
Per maggiori istruzione su come utilizzare tar
, dd
ed mt
consultare le man-page e i file texinfo ottenuti con le
rispettive distribuzioni.
Va bene, ora ripristiniamo il backup dei sorgenti del kernel effettuato alla sezione precedente Scrivere un archivio su di un nastro. Per fare questo digitare semplicemente:
tar xf /dev/ftape
Se si è utilizzata la compressione, si dovrà digitare:
tar xzf /dev/ftape
Quando si utilizza la compressione, gzip
si lamenterà di dati
ridondanti subito dopo la fine dell'archivio (e ciò condurrà ad un
messaggio di ``broken pipe''). Tutto ciò può essere tranquillamente
ignorato.
Per altri programmi di utilità, consultare la pagina di manuale.
tar
possiede un'opzione (-d
) per rilevare le differenze fra
due archivi. Per testare il proprio backup dei sorgenti del kernel
digitare:
tar df /dev/ftape
Se non si possiede la man-page di tar
, non tutto è perduto
(ancora); tar
possiede un'opzione interna per listare i flag
disponibili: provare con ``tar --help 2>&1 | less
''.
Per mettere più di un backup su di un nastro si deve possedere
l'utility mt
. Probabilmente è già installata sul sistema se si
possiede una delle distribuzioni principali (cioè Slackware o Debian).
Programmi come tar
e cpio
generano un singolo archivio per
il nastro (Tape ARchive) e non sanno nulla circa l'utilizzo di più
file o il posizionamento di un nastro. Non fanno altro che leggere o
scrivere su di un file di periferica. mt
sa perfettamente come
muovere il nastro avanti ed indietro, ma non sa assolutamente come
estrarre i dati dal nastro. Come probabilmente si avrà già intuito,
la combinazione di tar
o cpio
con mt
permette il
trucco.
Utilizzando il device nqft[0-3]
(nftape
), è possibile
posizionare il nastro con mt
al posto giusto (``mt -f
/dev/nqft0 fsf 2
'' indica di andare avanti di due ``marcatori di
file'', cioè di due file tar
) e poi utilizzare tar
o
cpio
per leggere o scrivere i dati rilevanti.
L'utilizzo più comune delle periferiche non-riavvolgenti è quello di aggiungere un altro backup ad un nastro esistente. Qui di seguito ci sono i passi dettagliati con una breve spiegazione per una comprensione migliore.
mt -f /dev/n???? eof
Il nastro dovrebbe essere ora posizionato alla fine dei dati
(End-of-Data o EOD). Il nastro non si muoverà finché:
mt eof
'' dovrebbe risultare più veloce con i
nastri QIC.
ftape
utilizza la tavola di volume, come
specificato nello standard QIC-113
, per emulare i marcatori di
file, cosicché non ci sono due marcatori di file consecutivi nel punto
di EOD. La scrittura dei marcatori di EOF viene effettuata o dal
driver o dall'hardware nel momento in cui riceve un close().
ftape
mantiene nella propria cache alcune informazioni inerenti i
segmenti di intestazione del nastro che vengono aggiornati solo
quando il nastro viene riavvolto. L'utilizzo della cache è
necessario in quanto il riavvolgimento del nastro e l'aggiornamento
dei segmenti di intestazione richiede una notevole quantità di tempo.
L'altra faccia della medaglia è che si perderanno informazioni se si
esegue un'operazione di scrittura e non si riavvolge il nastro.
«C'è un modo per espandere un archivio mettendo un file sul nastro e, successivamente. aggiungerne altri?»
No. La documentazine di tar
dice di utilizzare ``tar -Ar
'',
ma non funziona. Questa è una limitazione del driver ftape
corrente.
Poiché un nastro non ha un ``filesystem'' su di esso, non si esegue il
mount o l'unmount di un nastro. Per effettuare un backup, inserire
semplicemente il nastro ed impartire i comandi di tar
(o
qualsiasi altro comando si utilizzi per accedere al nastro).